venerdì 21 gennaio 2011

C'E' MEDICO COMPETENTE E MEDICO COMPETENTE

Secondo l' articolo 2 del D.Lgs 81/08, il medico competente è un medico in possesso di determinati titoli che collabora con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti dello stesso decreto.
In relazione ai titoli oggi sappiamo che sono molti i medici che popolano questo settore: medici del lavoro, igienisti, medici legali,  professori universitari, medici di famiglia e persino medici non specialisti.. Ma come capire qual è la figura più qualificata e soprattutto come si è arrivati a questa gran confusione?

LE ORIGINI DEL TERMINE
Il termine "competente" veNne coniato addirittura negli anni '50, con il D.P.R. 303/56 che, all' articolo 33 relativo alle visite mediche, stabiliva che i lavoratori dovessero essere visitati da un medico competente.
Competente era quindi colui che lui stesso o il datore di lavoro che doveva avvalersene ritenevano tale; in pratica qualunque medico poteva essere competente.

LE PRIME INDICAZIONI E LA PRIMA BEFFA
Con il D.Lgs 277/91 finalmente viene per la prima volta stabilito che la salute dei lavoratori deve essere affidata ad un medico che ha seguito un percorso adeguato, ovvero uno specialista.
I requisiti del medico competente (art.  3) diventano quindi innanzitutto la specializzazione in medicina del lavoro, ma anche in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o specializzazione equipollente.
Tuttavia anche il mondo dei baroni universitari vuole la sua parte e quindi può svolgere la funzione di medico competente anche chi esercita la docenza o la libera docenza nelle materie citate.
Infine, tanto per ricordare al mondo del lavoro che siamo in Italia e non in Svezia, in coda al decreto viene aggiunta una piccola sanatoria (art. 55): I laureati in medicina e chirurgia che, pur non possedendo i requisiti, alla data di entrata in vigore del decreto abbiano svolto l'attività di medico del lavoro per almeno quattro anni, sono autorizzati ad esercitare la funzione di medico competente. Entrano così molto facilmente nella categoria, specialisti di ogni branca e persino qualche medico privo di specializzazione.
I lavoratori ringraziano.

LA 626/94
Con le modifche apportate dal D.Lgs 277/91, i requisiti del medico competente diventano quindi:
- specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o specializzazione equipollente;
- docenza o libera docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in fisiologia ed igiene del lavoro;
- autorizzazione di cui all' art. 55 del Decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;

LA GRANDE BEFFA O L' IMMENSA INGIUSTIZIA
Smaltita la delusione di chi (i medici del lavoro) ha dovuto attendere 4 (quattro) anni di studio per intraprendere la professione di medico competente, saranno i nostri cari politici a fare l' ennesimo sgarro al mondo della sicurezza sul lavoro.
Tutto nasce con un Decreto Legge, il n° 402 del 12.11.2001 (Disposizioni urgenti in materia di personale sanitario). In questo decreto si parla di infermieri professionali, di emergenza infermieristica, di tecnici sanitari di radiologia medica, di operatori socio-sanitari, di ostetriche, di corsi di laurea in scienze infermieristiche, di corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie. Di tutto insomma, tranne che di sicurezza sul lavoro.
Eppure, al momento della conversione il legge del decreto (Legge 8 gennaio 2002, n. 1 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario") appare, magicamente, un codicillo, l' articolo 1 bis (Modifica al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626) che recita:
All'articolo 2, comma 1, lettera d), numero 1), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, dopo le parole: "o in clinica del lavoro", sono inserite le seguenti: "o in igiene e medicina preventiva o in medicina legale e delle assicurazioni".
Neanche a dirlo i nostri cari politici non hanno perso tempo a vedere quale fosse l' articolo 2, comma 1, lettera d, numero 1 di questa misteriosa 626 del 1994, ma sapendo che stavano votando un decreto sul personale sanitario, hanno approvato.
E fu così che dal giorno dopo una marea di specialisti senza alcuna competenza nel settore hanno invaso la categoria dei medici competenti, con le conseguenze che intraprendere una professione senza le adeguate conoscenze può determinare.

IL D.LGS 81/08
Con il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, un microscopico atto riparatorio viene fatto dal legislatore stabilendo che igienissti e medici legali, o quantomeno coloro che non possono dimostrare di aver esercitato la professione di medico competente per almeno un anno nei tre anni precedenti il decreto, devono frequentare appositi percorsi formativi universitari da definire con apposito decreto del Ministero dell’Università e della ricerca di concerto con il Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Dopo un anno e mezzo di attesa, il contenuto di questi corsi viene svelato: basterà soltanto un anno (!!) di studio contro gli ormai cinque di un medico del lavoro per ottenere la stessa qualifica.
Mi chiedo da medico del lavoro (come si era capito): quando avrò la possibilità, con un corso di solo un anno, di diventare igienista o medico legale?

CHI CI PERDE, CHI CI GUADAGNA
Chi ci guadagna è chiaro: i tanti, troppi medici che potranno gestire aziende su aziende e truccare il mercato con prezzi al ribasso cui gioco forza dovranno corrispondere prestazioni scadenti.
Chi ci perde, come sempre, è il lavoratore, che non potendo scegliere il giusto professionista dovrà accontentarsi di chi gli fornisce il proprio datore di lavoro.
E così, anzichè avere un medico che ha passato cinque anni a studiare leggi, a capire i giudizi di idoneità, a imparare le mansioni, i processi produttivi e specialmente i rischi professionali, ma soprattutto a visitare centinaia (se non migliaia) di lavoratori e ad eseguire i relativi specifici accertamenti, potrebbe trovarsi di fronte qualcuno che, senza le adeguate formazione, competenza ed esperienza lo liquiderà in un batter d'occhio con una bella X sulla parola "idoneo".